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Tigellino, Gàio Ofònio.

Prefetto del pretorio romano. Di probabile origine greca, dovette la sua fortuna al suo temperamento audace. Nel 32 fu esiliato da Caligola per aver avuto una relazione adulterina con Agrippina, sorella dell'imperatore. Rientrato a Roma grazie alla mediazione di Claudio, divenne amico di Nerone che lo nominò prefetto dei vigili e, dopo la morte di Burro (62), prefetto del pretorio. Nel 65 gli vennero conferiti gli ornamenta triumphalia per aver sventato la congiura dei Pisoni e per la violenta repressione che ne seguì. Contribuì alla totale corruzione di Nerone, assecondando le sue orge e i suoi delitti, accrescendo sempre più il proprio potere. Quando il prestigio di Nerone iniziò a calare, T. abbandonò l'imperatore, cercando di instaurare buoni rapporti con i suoi potenziali successori. Caduto però in disgrazia durante il Regno di Galba, dovette abbandonare il comando dei pretoriani; condannato a morte con l'avvento di Otone, si recise la gola nei bagni di Sinuessa. È considerato uno dei personaggi più dissoluti e malvagi dell'epoca neroniana (Agrigento ? - Sinuessa 69).